ATTORE, SCRITTORE, REGISTA
ESTETICA
TEATRO E AZIONE
Biografia
Una serie di performance uniche e irripetibili, di cui è autore, interprete e regista, sono realizzate, fra il 1979 e il 1981, con la collaborazione della compagna Esmeralda, di Serafino Amato, e di Luigi Brovadan (colui che sarà dietro le quinte il braccio operativo di tutti i suoi spettacoli):
- L’Occhio della Mente: itinerario di memoria con tensioni bianco-rosso, Teatro Beat 72, Roma, 9 Maggio 1979;
- The Impossible Track, Centro Arti Visive, Roma, 21 Giugno 1979 (in occasione del ‘Seminario interdisciplinare sulle connessioni fra Arte, Comunicazione e Spettacolo, a cura di Titti Danese e Lamberto Pignotti);
- Midsummer Night’s Dream, Reggia di Caserta, 24 Giugno 1979 (nell’ambito della rassegna ‘Passaggio a Sud Ovest. Freddo/Caldo. Alle origini della tragedia’, a cura di Giuseppe Bartolucci);
- Smart Symphony, Teatro Beat 72, Roma, 15 dicembre 1979;
- La battaglia di Anghiari, Teatro Beat 72, Roma, 15 marzo 1980;
- La parabola del cieco e della volpe, Pistoia, 10 maggio 1980 (nell’ambito della rassegna ‘Incontri Internazionali Arte-Teatro/ 1. Italia-California’, a cura di Enzo Bargiacchi e Giuseppe Bartolucci);
- Fondi 1980, esito di un laboratorio tenuto nella città di Fondi e rappresentato a Roma (via Sabotino) nell’ambito della rassegna teatrale ‘Ombre Metropolitane’ curata da Giuseppe Bartolucci;
- Sine nomine, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 3 febbraio 1981 (nell’ambito della rassegna ‘Arte-Teatro / Paesaggio Metropolitano’, a cura di Giuseppe Bartolucci).
Ritiratosi a Tivoli, dove rimane per circa 20 anni, svolge nel tempo un percorso esperienziale nel ‘corpo della natura’. La sua ricerca si proietta dal piano estetico verso dimensioni di profondità interiore aprendosi a problematiche di natura spirituale, ma anche politiche e sociali.
Documenta il nucleo di tale esperienza prima in Super 8, e poi in video realizzando un corpo di cinque testi visivi:
- Di Mille e una Meta (proiezioni: Teatro Comunale di Tivoli);
- Makòm (proiezioni: Civis di Roma, con la collaborazione dell’Opera Universitaria);
- L’immagine del tempo (perduto durante un viaggio di divulgazione in Umbria);
- Genesi (proiezioni: Centro Sociale Comunale di Guidonia; Castello Orsini di Castel Madama, maggio 1998; Complesso monumentale dell’Annunziata di Tivoli, maggio 1999; Teatro del Vascello, Roma, domenica 18 aprile 2004; Cinema Azzurro Scipioni gestito dal regista Silvano Agosti; Castello di Bomarzo, marzo 2004, nell’ambito di ‘Scene di Arte e Poesia’, con il patrocinio e la consulenza scientifica del Museo Laboratorio dell’Arte Contemporanea dell’Università di Roma ‘La Sapienza’, e con il contributo della Regione Lazio, progetto Grandi Eventi; al Festival delle Location cinematografiche Laziali, presso Monterotondo, ‘Cine Made in Lazio’ 2006, con il patrocinio e contributo della Regione Lazio; Central Exibition Hall, San Pietroburgo, Russia, dal 14 al 20 Ottobre 2006, nell’ambito della mostra fotografica di Serafino Amato ‘der Professor, und Assistent, und ...’ Riflessione dell’autore stesso sul lavoro del maestro Benedetto Simonelli; Biblioteca Comunale di San Polo dei Cavalieri, dicembre 2009; Teatro Colosseo di Roma, marzo 2010);
- Anthropos (proiezioni: Cinema Nuovo Olympia di Roma, nell’ambito della Rassegna ‘Roma Film Festival’, a cura di Bruno Roberti; Sala polifunzionale del Polo Culturale “Giuseppe Tucci”, di S. Polo dei Cavalieri, 3 settembre 2011).
Organizza, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Tivoli, una conferenza sul tema ‘Progetto Cultura’ nel Dicembre 1993 all’Azienda Autonoma Cura Soggiorno e Turismo di Tivoli.
A seguire ‘Per costruire il Luogo Comune’. Sala Doria di Tivoli, 28 Maggio 1994.
Scrive articoli di varia natura per il settimanale “Hinterland”, giornale dell’area est di Roma, con una particolare attenzione per le problematiche inerenti il territorio e lo sviluppo urbanistico. Nel merito organizza una mostra fotografica che illustra la periferia metropolitana con opere di Serafino Amato e Fabio Gasparri. Alla mostra segue, nella Sala Comunale della Cultura di Guidonia (giugno 1995), un dibattito sul tema ‘Sviluppo urbanistico ed emergenze sociali, culturali ed ambientali’ al quale partecipano gli autori delle foto sopra citate, Tommaso Verga direttore di “Hinterland”, e gli architetti Mario Bondet e Armando Gemmo.
Tornato a Roma riprende la sua attività in teatro, realizzando, sempre in serata unica, ‘Evento: Living Action in Progress. Prova n. 12, Meta-Teatro, Roma, 28 ottobre 2002, e Evento: Liturgia della Nuova Terra, prodotto dal Teatro di Roma.
Partecipa come attore protagonista allo spettacolo La stanza di Carlo, di Daria Deflorian, prodotto dal Teatro Stabile di Napoli, rappresentato alla Accademia di Belle Arti di Napoli, e alla Casa della Letteratura di Roma nel 2004.
Viene invitato il 7 Novembre 2003 a tenere una relazione, per gli studenti del DAMS di Roma 3, circa il suo operare artistico, nell’ambito del Convegno di Studi ‘Storie Romane’ organizzato dal Prof. Giancarlo Sammartano, nell’Aula Magna dell’Università.
Realizza la sua ultima performance teatrale prima di essere colpito da aneurisma cerebrale, La Rappresentazione della Morte, in uno spazio metropolitano gestito dal regista Marcello Sambati, Campo Barbarico, Roma, 31 maggio 2004, con la partecipazione della danzatrice Maddalena Gana. Una successiva seconda versione, speculare, vedrà la partecipazione della figlia Carmela Simonelli.
Viene invitato nuovamente, il 26 Ottobre 2007, dal Prof. Giancarlo Sammartano all’Università degli Studi di Roma Tre, per una proiezione di Genesi, seguita da un seminario circa il suo operato artistico, sia teatrale che cinematografico, al quale partecipano: Enzo Bargiacchi, critico teatrale; Carlo Bordini, poeta e docente di Storia all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Dario Evola, docente Accademia Belle Arti di Roma; Bruno Roberti, critico cinematografico e docente all’Università degli Studi di Cosenza; Giancarlo Sammartano, docente all’Università Roma Tre.
Nel giugno 2009, nella location del Castello di Bovino (Foggia ), per il film di Mario Martone, Noi credevamo, è chiamato ad interpretare, in qualità di attore, i panni del detenuto Mellucci.
In occasione della rassegna ‘Living theatre’, al Teatro Colosseo, elabora due performance, Ascesa e Passaggio con Chiara Simonelli e Michela Capobianchi il 4 e 5 novembre 2010. Sempre al Teatro Colosseo, l’11 aprile 2011, una nuova performance, Morte di Edipo, con Chiara Simonelli, Michela Capobianchi e l’accompagnamento musicale di Antonello Neri.
Con il patrocinio del Comune di Tivoli, in data 5 giugno 2011, presso le Scuderie Estensi, organizzerà un Incontro ‘Tra estetica ed etica’, al quale partecipano : Serafino Amato, Bruno Roberti, Francesco Franci, Enzo Bargiacchi.
Di nuovo all’Università degli Studi Roma Tre, facoltà DAMS, presso l’Aula Columbus, il 31 ottobre 2011, organizzerà il Seminario-Incontro ‘Il Teatro nei luoghi della Vita’, con Serafino Amato, Fabrizio Crisafulli, Bruno Roberti, Silvia Tarquini e introduzione del professore Giancarlo Sammartano.
Nello stesso anno, nel corso del mese di maggio, su invito del professore Russo Gaetano, nell’ambito del corso di tecniche performative per le arti visive, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, nel presentare due suoi documenti visivi, Anthropos e Mountain’s Training, argomenterà circa la ‘Dimensione interiore attraverso l’indagine della Natura nella Performance’.
Presente nella mostra ‘Sul palco del Manzoni’, Sale Affrescate del Comune di Pistoia, febbraio-marzo 2014, e, in quell’ambito, invitato dal curatore Enzo Bargiacchi, partecipa al convegno ‘Sul palco dei 70’, Incontro con i protagonisti di uno straordinario decennio della ricerca teatrale, musicale e artistica (Palazzo Fabroni, Pistoia, 15 marzo 2014).
LA RAPPRESENTAZIONE
DELLA MORTE
di
Benedetto Simonelli
Con la partecipazione di
Carmela Simonelli
“I confini dell’anima, nel suo andare, non potrai
scoprirli, neppure se percorrerai tutte le strade:
così profonda è l’espressione che le appartiene”.
Eraclito
Nel pensare e comporre questa mia performance, ho attinto, con una spontanea inclinazione dell’animo, alla verde e sorgiva stagione dell’infanzia. Una fiaba, quindi, da raccontare in tempi ostili alla coscienza e drammaticamente cruenti, circa la morte ed il suo rimosso appartenere all’ambito della natura, del mistero e del sogno.
Ho immaginato allora, nel pensarla, con l’intenzione di rappresentarla sotto forma di un rito atavico e simbolico, ad una morte lieve, rarefatta, come risulta essere, appunto, la eterea energia che scaturisce da un pensiero pensante. Un pensiero che si traduce, nel corso diveniente di un cammino ideale, in poesia, o meglio, in pensamento poetico. Quale il tempo in cui il pensiero dimensiona il procedere progressivo del suo itinerante andare? Possiamo dire: il tempo della realtà. Il tempo fluente, cioè, di quella vita vissuta, respirata, in cui il pensiero stesso situa il suo interiore percorso, orientando l’azione. Può un pensiero, inoltre, essere rappresentato? Certo: la parola, il gesto, cosa rappresentano, infatti, se non l’incessante tramutarsi del pensiero in azione? E la luce, il suono? Cosa rappresentano? Il nostro pensiero, o un pensamento più lontano, a noi esterno, a volte inaccessibile alla percezione sensibile dei sensi? Come rappresentare, allora, la morte? Il pensiero esaurisce di fatto, dissolvendosi in essa, il suo temporale percorso? E quale, infine, il volto possibile di una morte che non ha volto? Rappresentare la morte può equivalere, allora, allo sforzo di definire i contorni di quella invisibile entità, che noi, per comune convenzione, denominiamo “anima”. Ma come pensare a dare forma e limite ad una entità così priva di volto e contenuto? Assoluta pienezza, chiarore diffuso, o assenza di un vuoto? Un luogo sempre accoglie il nostro pensiero che pensa: un luogo mentale, come dimensione della coscienza ed un luogo fisico come spazio che dischiude all’azione.
Muovendomi e meditando in questo luogo, acquisito da Marcello Sambati che è Campo barbarico, ho cercato di evocare, da esso, riconducendolo alla sua caratteristica di vuoto che contiene, lo scheletro di una forma essenziale, che possa narrare, attraverso il movimento della luce e del gesto nello spazio, di una possibile morte da rappresentare.